La “Bistecca” e il Sake. A Firenze per il pairing meno atteso e più sorprendente.

“Temer si dee di sole quelle cose

c’hanno potenza di fare altrui male;

de l’altre no, ché non son paurose. “

                            (Dante, Inferno, II, 88-90)

 

Prendiamo ispirazione dal sommo poeta per proporvi una tappa molto interessante lungo la via che stiamo percorrendo assieme a tutti voi. Vorremmo, infatti, che l’appuntamento tra “La Bistecca” (come i giustamente orgogliosi fiorentini chiamano la loro omonima pietanza-bandiera: La Fiorentina) e il vino del Giappone sia ricco di profumi e privo di riserve. Vi invitiamo e vi sfidiamo a abbinare due eccellenze che affondano le radici nella storia del paese da cui provengono, ma che scopriremo essere meno lontane di quel che si pensa.

Il merito di questa serata va a Andrea Gori, innovatore, sperimentatore, e spirito fiorentino libero che non ha avuto paura di ciò che non deve spaventare, come ci insegna Dante. La storia nasce così: questa primavera chiamiamo Andrea e gli diciamo: “Senti, ti proponiamo una follia: portaci a mangiare la Fiorentina come si deve e te la facciamo degustare con un sake giapponese!“. Attendevamo ansiosi dall’altra parte del telefono una sua reazione negativa, ma Andrea ha chiosato: “Geniale! Adoro il Giappone a tavola: è una vita che voglio provarci.

L’esito della serata lo trovate qui. Andrea ne è uscito entusiasta, noi sollevati avendo schivato gli anatemi di un paio di osti fiorentini che volevano scomunicarci – siamo eufemistici – e deliziati. Per la prima volta avevamo terminato una cena a base di Fiorentina con i profumi della carne ancora intonsi e vivi nel nostro palato.

Il Junmai ha assecondato sua maestà la bistecca. Non l’ha combattuta in quella deliziosa battaglia che il Chianti avrebbe condotto, l’ha accompagnata, servita, guarnita come solo il riso (piatto troppo spesso negletto) sa fare. Ed eccoci al 9 novembre. Vi aspettiamo Da Burde.

SAKE E FIORENTINA

9 novembre 2012  Sake e Fiorentina

Da Burde

Menu completo con bistecca a volontà e Junmai Ginjo, il sake da sorseggiare freddo o riscaldato nelle ciotole tradizionali giapponesi.

Ore 20:30 €45 tutto compreso

RSVP

Info presso 055/317206 o info@daburde.it

 

 

[24 ottobre] Crudo di Mazara e Sake di Niigata

Il 24 ottobre vi proponiamo un abbinamento tanto inusuale, quanto perfetto ed equilibrato. Tre Nihonshu di Niigata e Gifu abbinati al pesce crudo più fresco del mediterraneo, portato da Mazara del Vallo da Salvatore che, a forza di ripetere “cu questu ci vulissi nu sake giapponese” lo abbiamo accontentato.

La serata inizia alle 19:30 al Vinodromo, e vi verranno proposte varie soluzioni:

– Il set degustazione con 5 tipi di pesce e 3 sake costa 18€

– Il piatto di crudo (3 tipi di pesce) 10€ e un calice di sake a scelta 6€

– Il minipiatto di crudo (1 tipo di pesce) 4€

Gli aromi intensi del crudo si sposano con la delicatezza del sake come null’altro. Scoprirete la gioia mediterranea e l’eleganza giapponese andare a braccetto e stupire il vostro palato. Al tempo stesso ascolterete storie di pescatori al largo della Sicilia e di produttori di sake delle montagne giapponesi.

Nel corso della serata ci sarà una piccola mostra/mercato di ceramiche di Gifu e la presentazione del viaggio enogastronomico di Natale: “Giappone Gourmet”

Vi aspettiamo! RSVP a questo link su facebook: https://www.facebook.com/events/375799289161778/

Calendario Eventi Autunno 2012

 

Bentornati, siamo lieti di annunciarvi i rimi eventi che si svolgeranno in Italia.

Mano mano che ci avvicineremo pubblichremo un post per ogni singolo evento e entreremo più nei dettagli, intanto potete segnarvi le date 😉

Trovate tutti i prossimi appuntamenti QUI

Piccola guida allo Scintoismo (per capire meglio anche il Sake)

Nel 1281 una violenta tempesta (invocata in preghiera dai Giapponesi) affonda la flotta Mongola, fu chiamata KamiKaze: Vento (Kaze) delle divinità (Kami). Il termine nasce quindi come fenomeno naturalistico mosso dalle divinità e solo a inizio ‘900 prenderà la sua accezione di “guerriero suicida” esportata al medio oriente e alle cronache odierne del terrorismo. Lo Shinto, infatti, diventerà la religione nazionalista nella Seconda Guerra Mondiale e glorificatrice dell’imperatore come discendente dalle divinità naturali. Come vediamo dalla foto qui sotto, le sue radici affondano nelle tradizioni secolari del Giappone.

Il Sake (vino di riso) sta alla religione Scintoista (Shinto) più o meno come il vino sta alla religione Cattolica. Lo troviamo nei templi, nei riturali. Lo Shinto, infatti, nasce come religione animista tradizionale fortemente legata all’agricoltura. Con questo post vogliamo raccontarvi la storia, le tradizioni e i principali luoghi dello Shinto in Giappone.

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Meet the Kura – Incontriamo il produttore giapponese Kozaemon

Lunedì 25 giugno sarà in visita a Milano un rappresentante della cantina (“Kura”) giapponese di sake Kozaemon, da oltre 300 anni gestita dalla famiglia Nakashima. La cantina produce una ampia varietà di sake nella città di Mizunami, nella prefettura di Gifu, al centro del Giappone lungo la via montagnosa che porta da Tokyo a Kyoto. Se volete partecipare una piccola degustazione guidata dei loro vini e conoscere il produttore l’appuntamento è per Lunedì alle 18:30 al Vinodromo.

Vi presentiamo lo “Spritz” al Sake

Milanese girls and men enjoying Sake Spritz (酒スプリッツ )

Lo Spritz è un tradizionale aperitivo veneto fatto da vino bianco, Aperol o Campari e Soda. Il vino spruzzato, sprussà o sprissà è l’aperitivo più popolare nel nord-est dell’Italia, da Venezia a Milano. Abbiamo sperimentato una variante usando al posto del vino bianco il Nihonshu (comunemente detto Sake) cioè il vino di riso giapponese. Il risultato, come potete vedere dalle testimonianze qui sotto, è stato sorprendente. Lo Spritz al Sake (酒スプリッツ – Sa-ke Su-pu-rit-tsu) è fresco, legger e pulito, perfetto per l’estate e gli aperitivi in riva al mare o in al parco.

Prossimamente la ricetta per fare un perfetto Spritz al Sake e documentazione di un Sake Spritz Party da Tokyo (酒スプリッツ一党).

 

Il Toji e l’arte di trasformare il riso in sake

Grazie a Natsuki Kikuya scopriamo questo bellissimo video che ci racconta la magia e la tradizione della produzione del sake. Il Toji (mastro cantiniere) è colui che governa tutto il processo produttivo del sake, di cui si tratta in questo sito. Oggi rilassiamoci e godiamoci questi tre minuti di poesia.

 

Gli elementi fondamentali del Sake: il riso

 

Il Nihonshu è una bevanda alcolica ottenuta dal riso, la cui qualità caratterizza enormemente quella del Sake. Il riso solitamente usato a tavola, però, quale il Koshihikari o Sasanishiki, non è adatto per la produzione di Sake. Il riso utilizzato per la produzione di Sake viene chiamato Sakamai oppure, più formalmente, Shuzou-Koutekimai e ha le caratteristiche che andremo a vedere in questo articolo.

– I chicchi sono più grandi di quelli del riso da mangiare.

Nella produzione del Sake, infatti, il riso viene raffinato (assottigliato) fino al 50-70% (rimane circa il 50-30% del chicco). Per cui i chicchi devono essere robusti da poter sopportare la raffinatura, e devono avere una consistenza omogenea.

 

– Lo Shinpaku  nel riso da sake, è maggiore rispetto al riso da tavola.

Lo Shinpaku (il cuore del chicco, la parte centrale formata in prevalenza da amido) è morbido e poroso, in gradi quindi di assorbire facilmente acqua. All’interno di questi pori si moltiplicano i Kouji, i microbi che generano la saccarificazione

 

– Il riso da sake contiene meno proteine e grassi, ed è ricco di amido.

L’elemento più importante del riso nella produzione del Sake è l’amido, che deve avere una buona purezza.  Durante la produzione del Sake la proteina del riso si scompone in aminoacidi, che aggiungono profondità al palato del sake, ma se sono troppi danno un sapore tropo forte.  Il riso da Sake ha l’amido concentrato all’interno, e proteine e grassi verso la superficie. Per questo, per produrre il Sake Ghinjyo, la qualità più pregiata, il riso viene raffinato di più per rimuovere grasso e proteina contenuti sulla parte esterna del chicco

 

– Il riso da sake assorbe meglio l’acqua.

È fondamentale che il chicco non si spacchi durante l’assorbimento dell’acqua. Il livello d’acqua nel chicco è un fattore estremamente importante e delicato che influenza il sapore del Sake, per cui il tempo di assorbimento dell’acqua viene calcolato al secondo. Nelle fasi successive, quando si cuoce il riso a vapore, l’interno del chicco deve contenere una buona quantità di acqua ma la sua superficie deve essere dura e liscia: è questa la condizione ideale per la produzione del Kouji, il microbo che farà fermentare il riso.

Il microbio di Kouji, infatti, avanza all’interno del chicco cercando acqua. Per farlo penetrare profondamente all’interno del chicco, deve esserci poca acqua in superificie e molta all’interno. Una fermentazione in cui il chicco viene scavato in profondità èa il viatico per la produzione di un buon Sake.

 

– Un riso difficile da coltivare.

Esistono una ventina di tipi di riso da Sake, ma solo circa i 15% dei Nihonshu sono prodotti con questi tipi di riso. Il riso da sake, infatti, è difficilie da coltivare e quindi è disponibile in quantità limitate. La pianta del riso da Sake è più alta di quella del riso da tavola: a volte raggiunge anche i 170cm e cede facilmente, soprattutto in condizioni meteorologiche avverse (pioggia o tifoni). Il gambo della pianta deve essere robusto da poter sostenere i chicchi più grandi del normale riso: per questo è importante anche la qualità del terreno. Le piante di riso da sake, infatti, a volte cadono anche a causa di coltivazioni troppo intensive con poco spazio di rispetto tra una pianta e l’altra.

 

– Il re del riso da Sake : Yamada-Nishiki.

Yamada-Nishiki ha un soprannome “Re del riso da Sake”. Questa razza, creata nel 1936, è un frutto di numerose ricerche mirate a trovare il riso ideale per il Sake. La varietà Yamada-Nishiki dispone di tutte le caratteristiche ideali per la produzione di Sake ed in più è molto duttile: anche in caso d assorbimento d’acqua parziale, è in grado di produrre comunque un buon Sake dal gusto ampio ma nello stesso tempo raffinato. Il Yamada-Nishili, però, è anche il riso più difficile da coltivare : la pianta è più alta delle altre, si ammala facilmente e richiede la massima attenzione nella coltivazione. Quasi tutti i Sake Daighinjyo vengono prodotti da questo riso, solitamente coltivato nella provincia di Hyogo, Okayama o Fukuoka.

 

Altri risi da Sake

– Omachi

Si tratta del riso da Sake più antico, coltivato già nel 1866. È anche l’unico riso da Sake puro (senza incroci) rimasto. Il Sake prodotto con questo riso è meno profumato da quello prodotto con Yamada-Nishiki, però ha un gusto più distinto e profondo. Il 90% della produzione di Omachi avviene nella provincia di Okayama.

– Miyama-Nishiki

Produce un Sake meno secco, non molto profumato e con un sentore residuo di riso. Viene coltivato nelle zone fredde del Giappone, nelle province di Iwate, Akita, Yamagata, Miyaghi, Fukushima, Nagano.

– Gohyaku-Mangoku

Produce un Sake dal gusto liscio, elegante, secco e leggermente profumato. Viene coltivato nella provincia di Niigata, Fukushima, Toyama, Ishikawa.

La via del Sake ci porta… nel cuore di Slow Food, a Brà.

Ringraziamo gli organizzatori della Festa di Primavera Bra-Japan di domenica 15 aprile per averci invitato a averci riservato un angolo dove potremo far degustare una selezione di sake giapponesi! Saremo presenti con delle ottime bottiglie di Nihonshu con cui potrete fare un aperitivo o accompagnare il sushi della chef Michiyo Murakami.

Per tutti l’appuntamento sarà dalle 12 alle 16 presso Jardecò in centro a Brà.

 

Domenica degusteremo tre Nihonshu selezionati per la giornata primaverile, con alcuni semplici assaggini di accompagnamento. Il primo è un Kasumi Tsuru Kimoto Futsu-Shu, un sake base di 16° e abbastanza secco (SMV +5) prodotto da Kasumi Tsuru nella regione di Kami, adatto a pesce bollito o alla piastra. Il secondo, in bottiglia verde, è un Jyunmai-Ginjyo (varietà raffinata) di riso Yamada Nishiki, il più pregiato, prodotto da Garyubai a Shizuoka e conta 16,5 gradi e un valore neutro di secchezza/dolcezza. L’ultimo a destra è un Ura-Gasanryu Fuka Jyunmaishu prodotto da Shuzouten con soli 14,5 gradi e un Sake Meter Value pari a 0 che lo posizione verso i sake dolci.

    
Si tratta di tre tipologie diverse che verranno servite a 15° circa per imparare assieme a conoscere e degustare il Nihonshu nel modo più appropriato. Vi serviremo con i tradizionali Maekake, i grembiuli tradizionali degli osti giapponesi, e ci saranno in consultazione alcuni volumi per conoscere meglio questa splendida bevanda.