Calendario Eventi Autunno 2012

 

Bentornati, siamo lieti di annunciarvi i rimi eventi che si svolgeranno in Italia.

Mano mano che ci avvicineremo pubblichremo un post per ogni singolo evento e entreremo più nei dettagli, intanto potete segnarvi le date 😉

Trovate tutti i prossimi appuntamenti QUI

La via del Sake ci porta… nel cuore di Slow Food, a Brà.

Ringraziamo gli organizzatori della Festa di Primavera Bra-Japan di domenica 15 aprile per averci invitato a averci riservato un angolo dove potremo far degustare una selezione di sake giapponesi! Saremo presenti con delle ottime bottiglie di Nihonshu con cui potrete fare un aperitivo o accompagnare il sushi della chef Michiyo Murakami.

Per tutti l’appuntamento sarà dalle 12 alle 16 presso Jardecò in centro a Brà.

 

Domenica degusteremo tre Nihonshu selezionati per la giornata primaverile, con alcuni semplici assaggini di accompagnamento. Il primo è un Kasumi Tsuru Kimoto Futsu-Shu, un sake base di 16° e abbastanza secco (SMV +5) prodotto da Kasumi Tsuru nella regione di Kami, adatto a pesce bollito o alla piastra. Il secondo, in bottiglia verde, è un Jyunmai-Ginjyo (varietà raffinata) di riso Yamada Nishiki, il più pregiato, prodotto da Garyubai a Shizuoka e conta 16,5 gradi e un valore neutro di secchezza/dolcezza. L’ultimo a destra è un Ura-Gasanryu Fuka Jyunmaishu prodotto da Shuzouten con soli 14,5 gradi e un Sake Meter Value pari a 0 che lo posizione verso i sake dolci.

    
Si tratta di tre tipologie diverse che verranno servite a 15° circa per imparare assieme a conoscere e degustare il Nihonshu nel modo più appropriato. Vi serviremo con i tradizionali Maekake, i grembiuli tradizionali degli osti giapponesi, e ci saranno in consultazione alcuni volumi per conoscere meglio questa splendida bevanda.

Drinking Japan: una guida per scoprire la cultura giapponese del bere

Se cercate un libro per iniziare a conoscere il Sake (o meglio il Nihonshu) o lo Schochu, ma anche i Whisky giapponesi e i Sake bar di Tokyo non possiamo che consigliarvi Drinking Japan di Chris Bunting.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il libro è ricco di storia, informazioni, indirizzi ed è un ottimo modo per avvicinarsi non solo al Sakè come bevanda, ma anche ai suoi riti e alle sue tradizioni e alla cultura giapponese in generale.

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I primi passi lungo la via del Sake

La foto che vedete qui sotto è stata scattata a una degustazione di prodotti di Hokkaido tenutasi a Tokyo lo scorso dicembre. Il Taru (l’equivalente della barrique per il vino) è quello delle occasioni speciali, con la vasca in acciaio da cui il Nihonshu viene servito nei Masu. Quella sera eravamo ospiti della nota Wine Blogger Melinda Joe e ci siamo avvicinati a questa botte, a noi misteriosa, con un misto di curiosità e esitazione. Non avevamo mai bevuto da un bicchiere quadrato e tutto ci è sembrato esotico e familiare al tempo stesso. A dire il vero non sapevamo nemmeno cosa stavamo bevendo di preciso.

Raggiunti da Melinda le abbiamo chiesto cosa fosse il liquido trasparente che ci era stato versato. “It’s Sake!” Alla risposta di Melinda la sorpresa è stata notevole. “Sake?!? Ma il Sake non è quel liquore che si beve caldo?

L’occhiata sconsolata, di chi ha sentito troppe volte questo pregiudizio, che ci ha tirato Melinda, assieme all’immagine della botte e al contesto (una degustazione) hanno reso subito chiaro ai nostri occhi che stavamo bevendo l’esatto equivalente del vino per la cultura giapponese. Una vera rivelazione!

Ne è nata una conversazione durata alcune ore, e alcuni Masu, in cui davanti ai nostri occhi e ai nostri orecchi scorrevano immagini, idee, progetti. Il Sake ci appariva ora come un mondo ricco e sconosciuto: pieno di tradizione come il mondo a noi ben noto del vino, ma anche di mistero e nuovi riti e profumi da scoprire.

Era come aver bevuto Vin Brulè tutta la vita e venire portati in un’enoteca. La via del Sake si era aperta di fronte a noi. Se ora la stiamo percorrendo assieme, sappiate che i primi passi sono stati mossi quel giorno.

 

Sake: le origini della parola (what’s in a name).

Indagando sull’origine di una parola spesso se ne può comprenderne meglio il significato e lo spirito. Sulla parola “Sake” ci sono diverse teorie e come si legge nel Kojiki o nel Nihon-Shoki in antichità lo chiamarono in diversi modi come “Kushi”, “Miki” o “Ki”.

Di tutti questi modi “Ki” fu il più utilizzato. Esso deriva da “Ke”, denominazione generale che raggruppa il cibo e le bevande. Successivamente la sua pronuncia si sarebbe trasformata in “Ki”. Tuttoggi il Sake viene chiamato anche “Miki”(御酒) o “Omiki”(御神酒), anteponendo  i prefissi onorifici tradizionali giapponesi alla parola “Ki”.

Una teoria dice che la parola Sake derivi da “Sakae no Ki” (Ki o bevanda che fa prosperare). Per una seconda verrebbe da “Sakae mizu” (acqua che fa prosperare) perché a chi beve il Sake si ingrandirebbe il cuore e il portafoglio, divantando molto ricco. Una terza presume che nasca dal verbo “Sakeru” (evitare), perché bevendolo si evitano il freddo e la negatività. A conferma di ciò c’è un detto in giapponese che recita: “Il Sake è la miglior medicina” (酒は百薬の長).

Oggi la parola Sake è un appellativo che indica la bevanda alcolica in generale, oltre a riferirsi al liquore specifico che si ottiene dalla fermentazione del riso. Per il Sake, infatti, c’è la parola “Nihon-Shu” (Shu è un’altra lettura dell’ideogramma Sake) e che significa il Sake (vino, liquore) del Giappone.

A riprova di quanto il Sake, o meglio il Nihon-Shu, occupi nella cultura giapponese il posto che il vino occupa in quella italiana si sappia che il vino in giapponese si dice “Budou-Shu” che letteralmente significa il Sake dell’uva. La birra si chiama “Baku-Shu”, che vuol dire il Sake del grano.

In ogni caso il Sake è di buon augurio, legato profondamente alla cultura del Sol Levante e viene utilizzato spesso anche nei rituali religiosi, oltre ad accompagnare la vita quotidiana e i pasti dei giapponesi.

 Licenza CC 3.0 di La via del Sakè 2011